Tutta forma (e anche l’arrosto): tre film perfetti
La trama è un elemento sopravvalutato. Nella settima arte, spesso, ciò che conta sta al di fuori di essa. E se è vero che inorridiamo di fronte ai giocattoloni senz’anima di troppo cinema mainstream americano, tutto colpi di scena ed effetti speciali ma “vuoto dentro”, in altri preziosi casi la forma si fa sostanza. L’elemento costitutivo del film, cioè, le immagini, il loro susseguirsi e il loro intersecarsi, plasmate dalla mano del regista, riempie col senso ciò che un senso non sembra avere. È la magia del cinema che si compie.
Mad Max: Fury Road
regia: George Miller
anno: 2015
George Miller rifà George Miller. Nel reboot della seminale pellicola che da sola ha creato mezzo filone post-atomico la scelta del regista è stata una: azione. Ne risulta una danza lunga e ininterrotta di sabbia e benzina, tanto estrema da sembrare quasi ridicola, ma se l’accogliamo diventa coinvolgimento puro ed emozione.
Miami Vice
regia: Michael Mann
anno: 2006
Che Mann sia una garanzia non c’è bisogno di dirlo. Qui si supera con una regia tanto magnifica quanto poco spocchiosa. I movimenti di mdp diventano poesia, i jump-cut enjambement efficacissimi, tra i più belli degli ultimi decenni. La classica serie trova traduzione sul grande schermo, e non è solo per chi ama gli anni 80.
The Neon Demon
regia: Nicolas Winding Refn
anno: 2016
Geometrico, nella sua bellezza lancinante; esoterico, nella glaciale perfezione degli abiti e dei corpi. Refn comprime più generi con composta brutalità e li sublima nella perfezione del diamante. La dimensione grand-guignol esplode alla fine, sublime e grottesca. Superbe le prove d’attore, tra cui quella di Keanu Reeves.
…e ancora un cazzotto in piena faccia, alla vecchia, noiosissima, borghesissima trama!